Raccolta delle olive 2018: l’importanza dell’olio in Italia
Sin dai tempi antichi l’olio ha rappresentato senza dubbio una delle risorse italiane più invidiate ed apprezzate al mondo. In Italia infatti si registrano tantissime zone in cui è possibile effettuare la raccolta delle olive, alimenti indispensabile per poter ottenere l’olio.
Così come accade per la vendemmia, anche la raccolta delle olive si effettua generalmente durante il periodo autunnale. Si tratta oramai di una sorta di rituale affascinante, che pone le sue radici tantissimi anni fa e che non è mai cessato. Solitamente il mese di inizio della raccolta è ottobre, ma non sempre è così poiché il primo fattore da verificare è la qualità delle olive. Quasi sempre però il termine della raccolta arriva al mese di dicembre.
Per capire se le olive sono pronte per essere raccolte bisogna innanzitutto guardare il loro colore, quasi sempre verde, che comincia a diventare violetto. Quando l’oliva assume tale colore allora ciò significa che è pronta per essere raccolta poiché contiene la maggiore quantità di olio possibile. Oltre all’aspetto puramente interessante dell’attività comunque, è bene ricordare che la raccolta delle olive permette la preparazione dell’olio, un ingrediente fondamentale in campo gastronomico e non solo.
Raccolta delle olive 2018: i metodi più utilizzati
Generalmente la raccolta delle olive non ha un nome specifico come può essere quello della vendemmia, mentre si utilizzano delle apposite denominazioni per indicare i metodi di raccolta.
Uno dei più utilizzati è la raccolta a mano chiamata anche brucatura: si tratta del metodo più efficace dal momento che è quello che assicura una qualità migliore dell’oliva. Nel caso in cui dovessero essere adoperati dei pettini oppure dei rastrelli per recuperare le olive, il nome cambia e diventa pettinatura.
Se invece vengono usati degli appositi bastoni mediante i quali si scuotono i rami, il metodo viene definito bacchettatura.
Si parla di raccattatura quando viene collocata una rete sottostante alle piante di ulivo e aspetta che cadano le olive.
Un altro metodo molto adoperato oggigiorno è sicuramente la raccolta meccanica, un modo più rapido per raccogliere le olive poiché si avvale di un braccio meccanico che scuote la pianta. Sebbene tale metodo sia quello più veloce, esso è anche quello più rischioso dal momento che le olive potrebbero rovinarsi.
Dopo essere state raccolte, vengono conservate all’interno di appositi contenitori e serbatoi per la conservazione delle olive. Affinché la qualità dell’olio sia ottimale è comunque opportuno ricordare che anche questi strumenti devono essere di prima scelta altrimenti rischiano di vanificare tutto il lavoro precedente (e si possono acquistare su Agristorecosenza, esperto del settore).
Raccolta delle olive 2018: dove poterla fare in Italia
Chi vuole partecipare a questa interessante attività può farlo in tanti modi diversi poiché in Italia sono davvero numerose le aree in cui si effettua la raccolta delle olive. Uno dei modi più semplici e divertenti è senz’altro quello di farsi invitare da un amico che possiede degli ulivi e chiedergli di dare una mano nella raccolta.
In ogni caso è bene tenere a mente che, nonostante l’esperienza possa sembrare simpatica, essa è anche molto faticosa. Nel caso in cui non si conoscesse nessuno che ha degli ulivi è possibile prenotare su internet un weekend all’insegna delle tradizioni in una delle tante masserie italiane che mettono a disposizione tale servizio.
Tra le tante presenti sul territorio si possono ricordare ad esempio la Masseria Sarchiappone e la Masseria Salinola. Se neanche il weekend sembra la soluzione ideale si possono segnare sul calendario due grandi manifestazioni che consentono di poter apprezzare appieno la raccolta delle olive. La prima si svolgerà domenica 28 ottobre in circa centoventi città d’Italia ed è la Camminata tra gli Olivi, mentre la seconda si terrà in Umbria a partire dal 1° novembre fino al giorno 25 ed è chiamata Frantoi aperti.
Raccolta delle olive 2018: può essere a rischio?
Secondo le stime ufficiali purtroppo sembra che il 2018 sia una pessima annata per ciò che concerne la raccolta delle olive. Queste ultime infatti saranno in quantità minori rispetto agli anni precedenti e le cause sarebbero da ricercarsi nei danni provocati dalle numerose gelate che hanno colpito i mesi di febbraio e marzo.
Un’altra causa sembrerebbe essere anche la grandine, le bombe d’acqua e la Xylella fastidiosa in Salento. Oltre a ciò un altro grande problema che mette a rischio l’olio italiano sembrerebbe essere l’aumento dell’import dalle altre zone del Mediterraneo.
Tutti questi fattori hanno comportato un grosso rischio per produzione di olio italiano. Già a metà del mese di giugno infatti il Consorzio nazionale degli olivicoltori aveva affermato che la produzione si era ridotta drasticamente e questa stagione era probabilmente la peggiore degli ultimi dieci anni.
I dati Istat inoltre hanno rilevato che in Italia è anche aumentata la diffusione di olio proveniente da altre parti d’Europa come la Spagna e la Grecia, ma soprattutto la Tunisia. In ogni caso Federolio auspica a una ripresa del valore e della qualità dell’olio italiano che deve comunque avvalersi di una componente straniera.