L’ex centrocampista inglese è stato fermato dopo un incidente con la sua Range Rover. Il 18 luglio dovrà comparire davanti al tribunale di Chester
Una serata da dimenticare. Una carriera brillante sui campi da calcio non mette al riparo dai problemi fuori dal rettangolo verde. Paul Ince, 57 anni, ex centrocampista dell’Inter e della nazionale inglese, si trova ora ad affrontare conseguenze legali dopo essere stato arrestato con l’accusa di guida in stato di ebbrezza nei pressi della sua abitazione nel Cheshire, Inghilterra.
L’episodio, avvenuto sabato 28 giugno, ha visto l’ex calciatore finire in manette dopo che la sua Range Rover nera, secondo quanto riportato dalla polizia locale, “si è scontrata contro uno spartitraffico su Chester High Road a Neston”, a pochissima distanza dalla sua residenza.
I dettagli dell’incidente
Uno schianto evitabile. I tabloid britannici hanno fornito ulteriori particolari sull’accaduto, specificando che l’incidente è avvenuto nelle vicinanze dell’Heswall Golf Club, in una zona residenziale dove fortunatamente non si sono registrati feriti. Dopo l’impatto con lo spartitraffico, le autorità sono intervenute rapidamente, sottoponendo l’ex calciatore all’alcol test che avrebbe dato esito positivo.
Ince è stato successivamente rilasciato su cauzione, ma dovrà presentarsi davanti a un giudice del tribunale di Chester il prossimo 18 luglio, quando potrebbe ricevere una sentenza che potrebbe includere una multa significativa e la sospensione della patente, come previsto dalla severa legislazione britannica in materia.
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Una carriera leggendaria
Dalla gloria al tunnel. L’incidente offusca temporaneamente la brillante carriera di un calciatore che ha fatto la storia del calcio inglese e non solo. Paul Ince, soprannominato “The Guv’nor” (Il Governatore) per la sua leadership in campo, ha vestito le maglie di alcuni dei più prestigiosi club europei, lasciando un’impronta significativa ovunque abbia giocato.
Dopo gli inizi al West Ham, è stato al Manchester United dal 1989 al 1995, dove ha vinto due Premier League, due FA Cup e una Coppa di Lega sotto la guida di Sir Alex Ferguson. Il suo trasferimento all’Inter nel 1995 ha segnato una tappa importante nella sua carriera, con 73 presenze e 13 reti in maglia nerazzurra fino al 1997, diventando uno dei centrocampisti più amati dai tifosi italiani.
Successivamente ha indossato le maglie di Liverpool, Middlesbrough, Wolverhampton, Swindon Town e Macclesfield Town, prima di appendere gli scarpini al chiodo.
Un pioniere in nazionale
Il capitano che ha fatto la storia. Con la nazionale inglese, Ince ha collezionato 53 presenze realizzando due reti, partecipando agli Europei del 1996 disputati in casa e ai Mondiali del 1998 in Francia. Ma il suo nome è entrato nella storia soprattutto per essere stato il primo capitano di colore della nazionale dei Tre Leoni, aprendo la strada a generazioni future di calciatori e contribuendo a combattere le barriere razziali nel calcio britannico.
Questo primato rimane uno dei suoi lasciti più significativi al calcio inglese, un esempio di come il talento e la personalità possano abbattere qualsiasi barriera culturale o sociale.
La seconda vita in panchina
Allenatore nomade. Dopo il ritiro, Ince ha intrapreso la carriera di allenatore, guidando diverse squadre inglesi con fortune alterne. Ha iniziato dal Macclesfield Town, per poi passare a MK Dons, Blackburn Rovers (diventando uno dei primi manager di colore in Premier League), Notts County e Blackpool.
La sua ultima esperienza in panchina risale al 2023 con il Reading, club con cui si è separato dopo una serie di risultati deludenti. Una carriera da tecnico che non ha mai raggiunto i picchi di quella da calciatore, ma che ha comunque dimostrato la sua passione per il calcio e la volontà di restare nel mondo che lo ha reso celebre.
La vicenda giudiziaria che lo attende potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo nel suo percorso professionale, in un mondo dove l’immagine pubblica riveste un’importanza fondamentale.
Mentre Ince affronta questa difficile situazione personale, i suoi fan ricordano i campi dove ha brillato, alcuni ben diversi dai canonici rettangoli verdi, come illustrato in un interessante articolo sui campi da calcio più insoliti del pianeta, che dimostra quanto questo sport sappia adattarsi ai contesti più disparati, proprio come i campioni devono adattarsi alle sfide della vita oltre il fischio finale.